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Le 16 regole dell'Esperanto

Esperanto Trieste
Esperanto Trieste
Sebbene Zamenhof non fosse di formazione un linguista, aveva ugualmente intuito che, affinché l'Esperanto potesse essere usato un giorno come lingua internazionale di comunicazione tra tutti i popoli della terra, avrebbe dovuto possedere delle basi morfologiche molto solide, che potessero però permettere al contempo la maggiore modularità ed espandibilità della lingua, in funzione dei cambiamenti sociali e culturali che si sarebbero susseguiti nelle epoche a venire. Per questo, le sedici regole di base ed immutabili dell'Esperanto consentono a questa lingua di poter essere diffusa ovunque nel mondo, senza il rischio di una tale alterazione del linguaggio da parte di chiunque, che non permetterebbe più ai suoi parlanti di comprendersi chiaramente e quindi alla lingua di potere essere usata come strumento internazionale di comunicazione fra tutti i popoli. La struttura di queste poche regole di base fa dell'Esperanto una delle lingue più flessibili esistenti, se non addirittura la più flessibile, evidenziando un tasso di agglutinazione dello 0,99, che è l'indice che rappresenta quanto una lingua abbia la possibilità di costruire nuove parole a partire dalle sue radici lessicali con l'utilizzo dei prefissi e dei suffissi che già implementa, che possono peraltro essere aggiunti col tempo, in base a nuove necessità. ()
Immagine:  Dalla pagina dell'articolo sul sito Esperanto-Trieste.

La giustizia linguistica nella comunicazione dell'Unione Europea

La torre di Babele<br>di Bruegel
La torre di Babele
di Bruegel
La politica linguistica dell'Unione Europea è un tema importante nella costruzione democratica dell'Unione europea. La scelta delle lingue per la comunicazione interna ed esterna alle istituzioni dell'Unione ha infatti un impatto notevole sulle possibilità dei cittadini europei di avere accesso alle informazioni circa i loro diritti e doveri a livello europeo, e naturalmente ai bandi di concorso, appalti e finanziamenti europei. Il trattato di Maastricht stabilisce che ogni cittadino dell'Unione può scrivere alle istituzioni europee in una delle lingue ufficiali e averne una risposta nella medesima lingua al fine di garantirne la comprensibilità. Ecco perché ci sono attualmente 24 lingue ufficiali e di lavoro, anche se non tutte sono usate nella stessa misura. Tutti i documenti ufficiali vengono redatti nelle lingue riconosciute ma attualmente è in atto la tendenza a pubblicare sempre più documenti solo in inglese, specialmente le pagine Internet, nonostante questa lingua, dopo Brexit, sia parlata come lingua materna o lingua seconda da una minoranza della popolazione. Si pone quindi un problema di giustizia linguistica, tema a cui questa presentazione è dedicata. Michele Gazzola è attualmente docente di amministrazione e politiche pubbliche alla Scuola di scienze sociali e politiche applicate dell'Università dell'Ulster, e co-direttore del Centro per la Pubblica Amministrazione nella medesima università. È dottore di ricerca in Gestione della comunicazione multilingue (Università di Ginevra), titolare di un master in Economia politica (Università di York, Regno Unito) e di una laurea in Economia delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni internazionali (Università "L. Bocconi", Milano). Ha un profilo di ricerca interdisciplinare specializzato nell'analisi e valutazione delle politiche linguistiche e nello studio degli aspetti economici e sociali del plurilinguismo. È autore di circa oltre 70 pubblicazioni scientifiche in questi ambiti di ricerca ed ha tenuto numerose relazioni a convegni scientifici e istituzionali in diversi paesi. Ha lavorato come ricercatore all'Università Humboldt di Berlino, all'Università di Lipsia e all'Istituto di studi etnici di Lubiana, e come assistente di ricerca all'Università di Ginevra. È stato docente a contratto all'Università della Svizzera italiana e ricercatore inviato all'Università di Ottawa. Ha partecipato a due grandi progetti di ricerca europei integrati, ovvero "Mobilità e inclusione in un'Europa multilingue" (MIME) e "Dinamiche linguistiche e gestione della diversità" (DYLAN). I suoi progetti di ricerca sono stati finanziati dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, dalla Commissione europea (Marie Curie Intra-European Fellowship), e dal Servizio tedesco per lo scambio accademico (DAAD). Ha svolto attività di consulenza per il Parlamento europeo, la Confederazione svizzera, l'Autorità per le minoranze linguistiche della Provincia Autonoma di Trento, l'Agenzia regionale per la lingua friulana (ARLeF), Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa di Trento (IPRASE), l'Università di Firenze e per il European Centre for Minority Issues. È vicedirettore della rivista "Language Problems & Language Planning". È membro del consiglio direttivo del Gruppo di Studio sulle Politiche Linguistiche (GSPL) della Società di Linguistica Italiana, e del consiglio direttivo del Centro di Ricerca e Documentazione dei problemi linguistici mondiali (CED) della Universala Esperanto-Asocio. È membro dell'Associazione internazionale di scienza politica (IPSA), l'associazione britannica di studi politici (PSA), l'associazione europea degli economisti del lavoro, e della Società di Linguistica Italiana. Ha co-fondato la rete internazionale di ricercatori "Economia e Lingue" (REAL), ed è attualmente affiliato all'Istituto per gli Studi Etnici di Lubiana, all'Osservatorio "Economia Lingue Formazione" dell'Università di Ginevra, e al gruppo di ricerca interdisciplinare in gestione delle lingue dell'Università di Ottawa. È presente nel dibattito pubblico con articoli e interviste in alcune testate giornalistiche, fra cui il "Corriere della Sera" e "The Times Higher Education". (Fonte) ()
Immagine:  Di Pieter Bruegel il Vecchio, originariamente da Google Art Project, pubblico dominio. (Fonte)
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La vita di Zamenhof

L. L. Zamenhof
L. L. Zamenhof
Nella conferenza si tenta di illustrare, a grandi tratti, le date fondamentali nella vita di Zamenhof, l'Esperanto come sua opera essenzialmente giovanile, le sue caratteristiche intellettuali ed umane, la situazione linguistica ai suoi tempi e nei luoghi dove ha vissuto, l'importanza che ha avuto per lui essere un ebreo del ghetto, l'importantissimo precedente costituito dal Volapük, il Fundamento de Esperanto e le sue "clausole di sicurezza", la "rifondazione" della lingua dopo la distruzione dei primi abbozzi, l'hilelismo e l'homaranismo, le caratteristiche dell'Esperanto come si evincono dall'Unua Libro, i primi problemi economici e la successiva grande diffusione dell'Esperanto, la interna ideo e la portata morale dell'Esperanto. Massimo Desideri è nato a Firenze ed è diventato esperantista negli anni '70 e fin dal primo momento si è appassionato all'Esperanto. Nell'anno 2008, presso l'AEF (Associazione Esperantista Fiorentina) e sotto la guida di Leonardo Pampaloni, ha frequentato un corso di Esperanto di primo livello e nel 2009 un corso di secondo livello, al termine dei quali ha conseguito entrambi i relativi titoli di studio presso l'Istituto Italiano di Esperanto. Dopo alcuni anni, sempre nell'AEF, si è dedicato all'insegnamento dell'Esperanto, tenendo dei corsi per principianti, intermedi e avanzati. Da diversi anni è attivamente coinvolto in molte iniziative di AEF. Nel corso del 2020 ha collaborato alla traduzione di un racconto di un autrice italiana. Nell'anno 2022 ha partecipato alla lettura pubblica presso alcune biblioteche fiorentine di alcune poesie in Esperanto, che lui stesso ha tradotto dall'italiano e dall'Esperanto. Dopo dieci anni di insegnamento, nell'anno 2021 ha deciso di interrompere per un momento questa sua ttività e di dedicarsi a una ricerca linguistica personale più approfondita. Con la tendenza ad essere linguisticamente conservatore, il suo maggiore interesse per la lingua si è sempre concentrato sugli aspetti grammaticali e linguistici dell'Esperanto e sulla sua flessibilità, e sulla vita del geniale creatore della lingua, L.L. Zamenhof. ()
Immagine:  Di sconosciuto: il Libro del Congresso del 4° Congresso Mondiale di Esperanto a Dresda (dall'archivio dell'UEA), pubblico dominio. (Fonte)
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Tolkien e l'Esperanto: è ancora importante oggi?

Bilbo e Gandalf<br>"Lo Hobbit"
Bilbo e Gandalf
"Lo Hobbit"
J. R. R. Tolkien è famoso per racconti fantastici, in particolare "The Hobbit" (Lo Hobbit) e la trilogia "The Lord of the Rings" (Il Signore degli anelli), in cui sono mescolate disparate tradizioni culturali: epica classica, saga nordica, miti teutonici e celtici, romanzo cavalleresco. Entrambi i libri sono stati tradotti in Esperanto, rispettivamente da Christopher J. Gledhill / William Auld (La Hobito), e da William Auld (La kunularo de l' ringo). Tolkien è famoso anche per la sua creatività linguistica (ad esempio, la "lingua degli elfi"); ne parla diffusamente un articolo della rivista letteraria in Esperanto "Literatura Foiro", 1982-75, p. 3-9; e il 14 e 15 dicembre 2017 si svolse presso l'Università di Parma un convegno dal titolo "Tolkien linguista e glottoteta", in cui parlarono delle lingue create da Tolkien, tra gli altri, Federico Gobbo, professore dell'Università di Amsterdam e studioso di Esperanto e interlinguistica, e Roberto Arduini, presidente dell'Associazione Italiana Studi Tolkieniani. Come filologo, Tolkien ebbe contatti con il movimento esperantista, e studiò anche la lingua; ne parla diffusamente Oronzo Cilli nella rivista "L'Esperanto" 2014-2, foto di copertina e p. 3-10. (da Esperanto-Vivo). Federico Gobbo (1974) è professore ordinario (in olandese: "bijzonder Hoogleraar") all'Università di Amsterdam, su cattedra speciale in Interlinguistica ed Esperanto, dove ha co-fondato il gruppo di ricerca LANCAR nel centro di ricerca ACLC. Partecipa inoltre a due progetti europei: LITHME e APPLY. Per molti anni ha insegnato all'Università di Torino come docente a contratto di Pianificazione Linguistica e Lingue Pianificate. Ha partecipato al progetto europeo MIME con l'Università di Milano-Bicocca. Nel 2009 ha conseguito un dottorato di ricerca in informatica presso l'Università dell'Insubria con una tesi in inglese sulle grammatiche adposizionali e la linguistica costruttiva. I suoi interessi di ricerca principali sono: pianificazione e politiche linguistiche (in particolare: interlinguistica, esperantologia, lingue contestate, mobilità e multilinguismo); linguistica costruttiva (in particolare: argomentazione adposizionale, glottodidattica nel Metodo Montessori); filosofia delle idee (in particolare: filosofia dell'informazione). Le sue pubblicazioni sono in diverse lingue. (Fonte) ()
Immagine:  Di Joel Lee (maxbat), CC BY-SA 4.0. (Fonte)
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Conoscere il mondo grazie all'Esperanto

D. Binaghi nel<br>deserto egiziano
D. Binaghi nel
deserto egiziano
Daniele Binaghi, viaggiatore e cittadino del mondo per professione e per passione, ci racconta in questa sua conferenza il suo viaggio intorno al mondo, durante il quale ha vissuto esperienze fantastiche, anche grazie alle possibilità offerte dall'uso della lingua Esperanto. Da un soggiorno in una stazione termale giapponese a una grigliata nella Patagonia cilena, da un tè nella mitica Samarcanda a quattro passi nell'antica capitale degli Inca, i suoi incontri con la comunità esperantista in paesi lontani sono stati una delle chiavi che gli hanno permesso di conoscere più a fondo quei paesi, la loro cultura, le loro tradizioni, la loro anima. Lombardo di nascita e veneto di adozione, Daniele, ha conosciuto l'Esperanto nel 1994 in occasione del Congresso Nazionale tenutosi a Vicenza. Membro del direttivo IEJ e coorganizzatore di alcuni IJF, vincitore del premio Marelli nel 1999, da anni gestisce per la FEI progetti in rete, come il corso KIREK, il dizionario hVortaro e l'archivio Bitoteko.it. La sua passione per i fumetti ha dato origine al progetto RoMEo, all'interno del quale ha curato la pubblicazione di albi dedicati a Rat-Man, Diabolik e Lupo Alberto. Durante i suoi viaggi in giro per il mondo è stato spesso ospite di esperantisti stranieri. ()
Immagine:  Dell'autore. (Fonte)
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Via Zamenhof

L. C. Zaleski-Zamenhof
L. C. Zaleski-Zamenhof
Michela Lipari, che è stata presidente della FEI (Federazione Esperantista Italiana) per diversi anni, presenta il libro "Via Zamenhof", che ha personalmente tradotto e che è nato dall'idea di Roman Dobrzynski, regista e scrittore polacco, di intervistare Louis Christophe Zaleski-Zamenhof, nipote di Ludwik Lejzer Zamenhof (1859-1917), il creatore dell'esperanto. L'intervista si rivelò talmente coinvolgente, che si tramutò in incontri ripetuti negli anni e divenne un libro, tradotto già in dodici lingue. Louis era nato a Varsavia nel 1925 e aveva quattordici anni quando i nazisti la occuparono, arrestarono gli appartenenti alla famiglia Zamenhof e li eliminarono, fucilandoli o deportandoli nei campi di sterminio. Lui e sua madre furono rinchiusi nel ghetto. Il ragazzo, dopo aver rischiato più volte di essere deportato, riuscì a evadere insieme alla madre e partecipò alla resistenza. Laureatosi in ingegneria, divenne uno dei massimi esperti mondiali di costruzioni in cemento precompresso. Molte le pagine dedicate alla storia e all'evoluzione dell'esperanto e alla vita dell'illustre nonno, di cui si ricordano le celebri parole: "Se non fossi ebreo del ghetto, l'idea di unire oppure no l'umanità non mi avrebbe sfiorato, o almeno non mi avrebbe così costantemente ossessionato durante tutta la mia vita. Nessuno può risentire quanto un ebreo del ghetto della maledizione della divisione fra gli uomini". (Fonte) ()
Immagine:  Di Ziko, opera propria, CC BY-SA 3.0. (Fonte)
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Un'esperienza di insegnamento dell'Esperanto all'interno di un progetto Erasmus-Comenius

Tutti insieme
Tutti insieme
Insegnante e conoscitore dell'Esperanto da lunga data, Leonardo Pampaloni parlerà della sua esperienza con l'insegnamento di questa lingua, negli anni dal 1997 al 2006, presso le classi, dalla seconda alla quinta, di una scuola elementare a tempo pieno di Prato, di cui illustrerà le motivazioni, l'organizzazione, gli obiettivi e le tecniche didattiche. Parlerà inoltre della partecipazione a progetti internazionali (Comenius dell'UE e Interkulturo dell'Università Roma III), della realizzazione del video "La perdita harmonio" e del Kongreseto 2006, cioè delle attività che bambini esperantisti di tutto il mondo svolsero in margine al Congresso Mondiale di Firenze, dal 29 luglio al 5 agosto del 2006. Leonardo Pampaloni, fiorentino, si è avvicinato all'Esperanto alla fine degli anni '80. Da tanti anni fa il maestro elementare e coi bambini ha cercato di svolgere sperimentazioni e laboratori legati alla lingua internazionale. Una ventina di anni fa ha coordinato un progetto finanziato dalla UE, che univa la sua scuola di Prato ad una rumena e ad una francese; sempre in quegli anni ha realizzato con la propria classe un cortometraggio in esperanto. Nel 2006 ha contribuito all'organizzazione del Congresso Mondiale dei bambini esperantisti, in seguito ha curato numerosi corsi per adulti organizzati dall'Associazione Esperantista Fiorentina, di cui è stato anche presidente. Attualmente svolge attività di tutoraggio per i corsi online della Federazione Esperantista Italiana. ()
Immagine:  Schumann. (Fonte)
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La letteratura esperantista nella sua forma originale e come strumento di traduzione

E. Privat
E. Privat
Sebbene l'Esperanto sia stato avviato dal suo ideatore con lo scopo di facilitare la comprensione tra popolazioni di diversi paesi, etnie diverse nella forma verbale, proprio in virtù di quanti da diverse zone vi hanno nel corso del tempo aderito, si è fatto strumento di trasmissione di qualcosa di cartaceo sia per quanto attiene a composizioni originali, sia per quanto concerne testi già esistenti in altre lingue. Enrico Brustolin è totalmente nonvedente da quando aveva tre anni. Nel 1971 venne a conoscenza dell'esistenza dell'Esperanto da un articolo di una rivista, che parlava di una lingua facile da imparare, che permetteva di stabilire contatti con persone di tutti i paesi del mondo, due elementi che erano per lui uno più attraente dell'altro, l'apprendimento senza problemi della lingua e la capacità di trovare persone disponibili con cui relazionarsi. Nello stesso articolo venne a conoscenza di una scuola per corrispondenza di Esperanto per non vedenti. In quel tempo, quando il nostro continente era diviso dalla cosiddetta cortina di ferro, era molto felice della prospettiva di scrivere agli stranieri, soprattutto dall'Europa orientale, e di ricevere lettere, di conoscere le loro usanze e di discutere di qualsiasi altra cosa. Alla fine dell'anno scolastico emigrò in Francia e dopo due anni tornò a Firenze, dove trovò finalmente un lavoro. L'anno successivo, avendo vinto il primo premio all'Associazione Italiana Ciechi Esperantisti, potette viaggiare gratuitamente e partecipare ai Congressi Universali di Esperanto che si tennero in Danimarca, Bulgaria e a Vienna. Dopo diversi anni, durante i quali non partecipò ad alcun congresso, partecipò a quello che si tenne in Finlandia. È membro dell'Associazione Fiorentina di Esperanto dal 1998, dove ha insegnato Esperanto dal 2013 al 2017 e di cui è presidente dal 2015. ()
Immagine:  Di sconosciuto: Wikipedia. Proviene dall'Archivio dell'Associazione Universale di Esperanto o dalla Biblioteca Hector Hodler, pubblico dominio. (Fonte)
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La vita di Zamenhof

L. L. Zamenhof
L. L. Zamenhof
Nella conferenza si tenta di illustrare, a grandi tratti, le date fondamentali nella vita di Zamenhof, l'Esperanto come sua opera essenzialmente giovanile, le sue caratteristiche intellettuali ed umane, la situazione linguistica ai suoi tempi e nei luoghi dove ha vissuto, l'importanza che ha avuto per lui essere un ebreo del ghetto, l'importantissimo precedente costituito dal Volapük, il Fundamento de Esperanto e le sue "clausole di sicurezza", la "rifondazione" della lingua dopo la distruzione dei primi abbozzi, l'hilelismo e l'homaranismo, le caratteristiche dell'Esperanto come si evincono dall'Unua Libro, i primi problemi economici e la successiva grande diffusione dell'Esperanto, la interna ideo e la portata morale dell'Esperanto. Massimo Desideri è nato a Firenze ed è diventato esperantista negli anni '70 e fin dal primo momento si è appassionato all'Esperanto. Nell'anno 2008, presso l'AEF (Associazione Esperantista Fiorentina) e sotto la guida di Leonardo Pampaloni, ha frequentato un corso di Esperanto di primo livello e nel 2009 un corso di secondo livello, al termine dei quali ha conseguito entrambi i relativi titoli di studio presso l'Istituto Italiano di Esperanto. Dopo alcuni anni, sempre nell'AEF, si è dedicato all'insegnamento dell'Esperanto, tenendo dei corsi per principianti, intermedi e avanzati. Da diversi anni è attivamente coinvolto in molte iniziative di AEF. Nel corso del 2020 ha collaborato alla traduzione di un racconto di un autrice italiana. Nell'anno 2022 ha partecipato alla lettura pubblica presso alcune biblioteche fiorentine di alcune poesie in Esperanto, che lui stesso ha tradotto dall'italiano e dall'Esperanto. Dopo dieci anni di insegnamento, nell'anno 2021 ha deciso di interrompere per un momento questa sua ttività e di dedicarsi a una ricerca linguistica personale più approfondita. Con la tendenza ad essere linguisticamente conservatore, il suo maggiore interesse per la lingua si è sempre concentrato sugli aspetti grammaticali e linguistici dell'Esperanto e sulla sua flessibilità, e sulla vita del geniale creatore della lingua, L.L. Zamenhof. ()
Immagine:  Di sconosciuto: il Libro del Congresso del 4° Congresso Mondiale di Esperanto a Dresda (dall'archivio dell'UEA), pubblico dominio. (Fonte)
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